L'ictus rappresenta la principale causa di invalidità in Italia; esso determina l'insorgenza dell'emiplegia, cioè paralisi di una metà del corpo (destra o sinistra). Chi ha subìto un ictus ed ha una emiplegia, ha bisogno di una riabilitazione specifica e di qualità.
La disinformazione e la conseguente incapacità di prevenire la situazione, porta ad un costante aumento dei casi di Ictus in Italia e, quindi, alla difficoltà nei familiari del malato che si trovano ad affrontare un problema del tutto nuovo.
La riabilitazione dell'emiplegia è un percorso lento e prolungato, che necessita della presenza di un operatore sanitario specializzato il quale sappia: motivare, stimolare e indirizzare il paziente in questo percorso. Naturalmente, se si inizia immediatamente dopo l'evento ischemico, si avranno migliori risultati, ma anche dopo un ictus pregresso si possono comunque avere miglioramenti che, in base alla condizione psicofisica del paziente, potranno essere di maggiore o minore entità, ma un recupero è sempre possibile.
Questa branca della riabilitazione chiamata "Neuromotoria", prevede la presenza delle capacità cognitive del paziente e che egli stesso sia motivato a uscire dalla sua condizione patologica.
Il Neurologo o il Fisioterapista, attraverso una valutazione, sapranno indirizzare e aiutare il paziente e la famiglia verso il miglior approccio possibile alla patologia.